Apre

Venerdì 4 Novembre
Ore 21:00

Apre2022_23


Roberto Mercadini
Guido Catalano

COSE CHE NON AVREMMO
SPERATO DI POTERVI DIRE

di e con Roberto Mercadini e Guido Catalano

produzione Sillaba

Due schegge impazzite percorrono ciascuna la sua imprevedibile traiettoria, ma possono pur sempre incrociarsi.

 

Due cani sciolti non hanno padroni né un branco; ma possono, liberamente, percorrere un tratto di strada correndo fianco a fianco.

 

Due errori del sistema, possono trovare una imprevedibile armonia.

 

Così Guido Catalano e Roberto Mercadini, esseri simili e complementari, opposti e analoghi, raccontano le loro solitarie vicissitudini e la loro lunga amicizia, fra palesi somiglianze e altrettanto palesi differenze.

 

Memorie, confessioni, racconti, poesie, favole, miti, pianti, risate, amori, odii, sfrenata esuberanza e toni di ineccepibile sobrietà.

ROBERTO MERCADINI (Cesena, 1978), narratore, autore-attore, scrittore, youtuber, poeta e divulgatore, si esibisce in tutta Italia con i suoi monologhi che spaziano dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità, dai grandi interpreti della letteratura ai temi sociali (bullismo, ambiente ed ecologia). Nel 2018 esce ‘Storia perfetta dell’errore’ edito da Rizzoli, il suo primo romanzo, ora in edizione economica e giunto alla quinta ristampa.

 

GUIDO CATALANO (Torino 1971) a 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente perché ci sono più posti liberi. Produce otto libri di poesie. Negli anni la lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la lobby dei cabarettisti di essere un poeta: nonostante tutto Catalano rimane vittima di un passaparola irresistibile e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri sociali, festival letterari e musicali. Conquista anche i palchi dei teatri e dei live club più importanti d’Italia registrando diversi sold out.

 

Ingressi: intero 20€,  ridotto 15€

Sabato 26 Novembre
Ore 21:00

Apre2022_23


Stefano Massini

ALFABETO DELLE EMOZIONI

Savà produzioni creative

Noi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo?

 

Ci viene detto che siamo analfabeti emotivi, e proprio da qui parte Stefano Massini per un viaggio profondissimo e ironico al tempo stesso nel labirinto del nostro sentire e sentirci.

 

In un immaginario alfabeto in cui ogni lettera è un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia…), Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’obiettivo unico di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni. Si va da Arthur Conan Doyle al grande Chagall, da Al Capone alla moglie di Giosuè Carducci.

 

Ad andare in scena è la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore, definito da Repubblica “il più popolare raccontastorie del momento”.

STEFANO MASSINI nasce a Firenze nel 1975. Nel 2005 decolla la sua attività di drammaturgo: Massini vince all'unanimità con L’odore assordante del bianco il Premio Pier Vittorio Tondelli, massimo riconoscimento per la scrittura teatrale in Italia. Tradotto e rappresentato in oltre 30 paesi in tutto il mondo, Stefano Massini si è qualificato negli anni come un rabdomante di storie narrate in tutte le forme possibili, come accade nelle sue opere teatrali, nei seguitissimi interventi televisivi del programma “Piazzapulita” su La7 o “Ricomincio da Rai 3”, la trasmissione tv in prima serata dedicata allo spettacolo dal vivo e nelle colonne di “la Repubblica”, nei romanzi, nei saggi. I suoi testi sono stati portati in scena da registi come Luca Ronconi e il premio Oscar Sam Mendes. Massini collabora con alcune delle più importanti case di produzione cinematografica in Italia, fra cui Cattleya, Fandango e RaiCinema.

 

Nel 2022 è il primo italiano di sempre a vincere il Tony Awards per la drammaturgia, a tutti gli effetti il Premio Oscar del teatro americano.

 

 

Ingressi: intero 20€,  ridotto 15€

Venerdì 9 Dicembre
Ore 21:00

Apre2022_23


PotenzialiEvocatiMultimediali

PROMETEO

da Eschilo, a cura di Gabriele Vacis

produzione PEM e CMC/Nidodiragno

La tragedia di Eschilo coglie il momento del conflitto tra Zeus e Prometeo. Il figlio del titano ha protetto gli uomini, la sua creazione, dal dio capriccioso a cui gli uomini già non piacevano più: era geloso perché assomigliavano troppo agli dei. E come li protegge Prometeo? Donando loro il fuoco, cioè la tecnologia, la scienza.

 

Quando Zeus scopre che il suo amico gli ha rubato il fuoco per donarlo agli uomini si sente tradito e punisce Prometeo nel peggiore dei modi: lo spedisce ai confini del mondo, che per i greci era il Caucaso, e lo fai incatenare ad una rupe dove tutte le mattine un’aquila verrà a divorargli il fegato che ogni notte gli ricresce.

 

Prometeo è sempre stato il simbolo della ribellione, un personaggio amato dai giovani perché, come loro, non riesce a contenere i suoi sentimenti e la forza dei recinti stabiliti dalle convenzioni, un eroe che fa della sfida all’autorità costituita la sua condizione vitale. Ma è anche l’archetipo della conoscenza tecnologica e scientifica, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza.

 

Così i giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, il gruppo PEM Potenziali Evocati Multimediali, al loro debutto nazionale sulla scena scamozziana, affrontano questo progetto con le parole di Eschilo, parole che attraversano i loro corpi senza mai rinunciare all’azione fisica, per arrivare alla danza e al suono che diventa canto. Canto del coro, come nella tradizione delle tragedie classiche, in cui i personaggiemergono dal coro senza mai separarsene.

PotenzialiEvocatiMultimediali è una impresa sociale nata a dicembre 2021 dalla sinergia fra i neodiplomati della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino (triennio 2018/21), un allievo del Master in “Critica Giornalistica” dell'Accademia “Silvio D'Amico”, Roberto Tarasco e Gabriele Vacis. PEM si occupa di Arte, Pedagogia e Cura.

 

Tramite laboratori, seminari e performance, PEM diffonde la formazione teatrale, favorisce l'inclusione sociale, e promuove il teatro oltre lo spettacolo. PEM propone un teatro aperto, la cui estetica è ritenuta fondativa di una esperienza teatrale che stabilisca l’interazione e la relazione; si viene così a creare necessariamente uno spazio accessibile alle persone, partecipativo e inclusivo, che nutre la comunità e la società di cui è parte.

 

 

Ingressi: intero 15€,  ridotto 10€

Sabato 4 Febbraio
Ore 21:00

Apre2022_23


Luciano Rosso
Alfonso Barón

UN POYO ROJO

 

di Alfonso Baron, Hermes Gaido, Luciano Rosso

coreografia Luciano Rosso, Alfonso Baron

regia Hermes Gaido

interpreti Luciano Rosso e Alfonso Barón

produzione Timbre 4 Buenos Aires, Carnezzeria srls

 

Uno spettacolo esplosivo che unisce brillantemente teatro, danza, acrobatica, sport e che sta registrando il tutto esaurito in Argentina e in Europa. Nello spogliatoio di una palestra, due uomini si scrutano, si squadrano, si provocano, si affrontano, quasi come due galli da combattimento, tentando di sedursi in una stupefacente danza acrobatica e umoristica.

 

“Un Poyo Rojo” (“Una panchina rossa”) è una provocazione, un invito a ridere di noi stessi e ad accettare pienamente le proprie e altrui differenze, esplorando tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano. Un duello contemporaneo di grande precisione che fonde generi e discipline, che oscilla tra la danza e l’atletica passando per le arti marziali, l’acrobatica, la clownerie. Gli argentini Alfonso Barón e Luciano Rosso mostrano una straordinaria maestria corporea che rivela anche una folgorante capacità di improvvisare davanti alle sempre diverse reazioni del pubblico. Una storia romantica, passionale e canzonatoria, in grado di sovvertire cliché e stereotipi sociali legati alla mascolinità, e di conquistare con grazia e ironia il pubblico e i teatri di tutto il mondo.

 

 

La fantasia al potere inventa una partitura corporea in punta di spirito: virilità, vanità, conflitto, seduzione, arti marziali e variété, fisicità e comicità, ambiguità e desiderio, abbracci e battaglie, attacchi elastici e allegre resistenze. Restando abilmente sul crinale tra colto e popolare – e questa è una delle acrobazie più ardue da realizzare – il loro teatro fisico ha trovato la sua forma attuale nel corso di anni di rodaggio e affinamento.

 

“Un Poyo Rojo” non conosce barriere linguistiche: i due interpreti sono stuntmen e danzatori, sportivi e acrobati, a parlare sono i loro corpi sensuali, musicali, atletici, dinoccolati, le loro espressioni e i movimenti che producono, le mimiche facciali, i gesti articolati che evocano pensieri e azioni, che rimandano a personaggi e a situazioni reali.

 

 

Ingressi: intero 15€,  ridotto 10€

Sabato 18 Febbraio
Ore 21:00

Apre2022_23


Compagnia Teatro Aperto

Innamorati

da Carlo Goldoni

a cura di Simona Barbero

 

Lo spettacolo è liberamente tratto dal testo teatrale ‘Gl’innamorati’ di Carlo Goldoni, commedia brillante ambientata a Milano il cui intreccio drammaturgico (basato su litigi e giochi amorosi di una coppia) ha avuto molto successo di pubblico sin dalla prima rappresentazione andata in scena nel 1759 presso lo storico Teatro San Luca di Venezia.

 

Il drammaturgo scrive la commedia dopo un periodo di permanenza a Roma, nei memoire riferisce di avere personalmente incontrato i suoi personaggi traendo ispirazione dalla realtà. La rappresentazione si muove tra due polarità: ragione e follia dei due amanti che prendono per mano il pubblico e lo accompagnano verso il loro gioco/tormento amoroso. Le battute incalzanti, i battibecchi dal tono ilare e ritmato, mettono in evidenza pregi e difetti dei due protagonisti Eugenia e Fulgenzio.

 

Goldoni assegna al personaggio di Ridolfo la funzione di paciere e consigliere e sembra che l’autore, attraverso questo personaggio (avvocato), voglia rappresentare sé stesso e una strada verso l’equilibrio tra ragione e follia.

SIMONA BARBERO, regista e drammaturga, si è diplomata alla P. Grassi di Milano. Ha lavorato professionalmente come attrice e cantante prendendo parte a vari spettacoli teatrali. Ha lavorato con nomi importanti della scena teatrale nazionale e internazionale, particolarmente significativo l’incontro con: KuniaKi Ida, Thierry Salmon, Ariane Mnouchkine, Gabriele Vacis, Cesare Ronconi.

 

Dal 2002 si occupa di regia teatrale, tra gli allestimenti maggiormente significativi “SYNAGOSYTY” insieme a Gabriele Vacis (Teatro stabile di Torino) e lo spettacolo “FIRST LIFE” (Teatro Regionale Alessandrino) che debutta nell’ambito della rassegna “Valenza Alchemica”.

 

Negli ultimi anni si dedica a seminari e workshop durante i quali la mediazione artistica diventa strumento espressivo e di empowerment per il benessere della persona. È di questo periodo la collaborazione al progetto “La bellezza salvata dai ragazzini” (2013) di Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero che debutta presso Limone Fonderie Teatrali (Moncalieri). Lo spettacolo “Innamorati” il cui debutto è di giugno 2022, si inquadra come intervento di riattivazione della comunità, promozione del benessere sociale e di esplorazione di sé.

 

 

Ingressi: intero 15€,  ridotto 10€

Venerdì 3 Marzo
Ore 21:00

Apre2022_23


Fabio Troiano

IL DIO BAMBINO

testo e musiche di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

regia Giorgio Gallione

produzione CMC/Nidodiragno

 

Scritto nel 1993 da Giorgio Gaber e Sandro Luporini, il monologo Il dio bambino prosegue e approfondisce, dopo Parlami d’amore Mariù e Il Grigio, il particolarissimo percorso teatrale del Gaber di quegli anni.

 

Esempio emblematico del suo “teatro di evocazione”, Il Dio bambino racconta una normale storia d’amore che si sviluppa nell’arco di alcuni anni e dà agli autori l’occasione di indagare su l’Uomo, per cercare di capire se ce l’ha fatta a diventare adulto o è rimasto irrimediabilmente bambino, un bambino che si vanta della sua affascinante spontaneità invece di vergognarsi di un’eterna fanciullezza.

 

A trent’anni di distanza, Il dio bambino rimane un testo di incredibile forza e attualità, cinico ma commovente. Un teatro disturbante, nel suo stimolo a ripensare a noi stessi, ma di grandissima empatia. Ambientato in un metaforico locale in disfacimento, tra bottiglie semivuote e fiori calpestati, a raccontare allusivamente una sorta di festa finita male, lo spettacolo è contrappuntato da frammenti di canzoni di Giorgio Gaber, che guidano lo spettatore nell’interpretazione di un racconto di tragicomica, potente contemporaneità.

La regia di Giorgio Gallione, prezioso motore di una rinnovata vita scenica del teatro di Gaber (recente il suo applauditissimo Il Grigio con Elio), valorizza l’attualità e l’empatia di questo testo, trovando un perfetto connubio con l’interpretazione di Fabio Troiano, talentuoso e versatile attore di teatro, cinema e tv, abile nell’attraversare con analogo successo testi comici e intimisti, qui atteso a una funambolica prova d’attore.

 

 

Ingressi: intero 20€,  ridotto 15€